IL ROMANISTA (D. GALLI) - La priorità resta un acquirente unico, credibile, che possieda per lAs Roma un serio progetto industriale a lunga scadenza. Ma di fronte alleventualità di dover svendere il club, oppure di cederlo a investitori non di alto profilo, in ambienti finanziari non viene ritenuta così peregrina lipotesi anticipata da
In virtù dellautofinanziamento, i Sensi potevano benissimo smantellare la squadra, cedendo i pezzi pregiati. Non lhanno fatto, rinnovando la stima a quel gruppo di campioni che lanno scorso è andato a tanto così dallo scudetto. Ecco perché adesso è vitale, al di là di chi comprerà lAs Roma, che la squadra vada il più lontano possibile nella rassegna continentale più importante. Stando al documento con cui la Uefa annuncia le cifre delledizione 2010/11, finora la nostra società ha incassato dalla Champions 13 milioni di euro solo dai bonus: 3.9 milioni per la partecipazione, 3.3 per ogni partita giocata, 2.8 per i risultati ottenuti nella fase a gironi e 3 milioni per il passaggio agli ottavi di finale. Soldi sicuri, anche se la Uefa rivolge questa raccomandazione alle società: «Invitiamo i club - si legge sul documento - a mantenere un approccio prudente nellanticipare in bilancio i futuri ricavi della Champions, anche per quel che riguarda le somme prefissate (come i bonus, ndr)». Come a dire: non spendete in maniera scriteriata quello che non avete in cassa. A questi 13 milioni, che potrebbero diventare 16.3 in caso di qualificazione ai quarti (bonus di 3.3), andrà aggiunta unaltra somma relativa al market pool. È la fetta dei diritti tv che viene distribuita a ogni club. Nel caso della Roma, potrebbe essere compresa tra i 7 e i 10 milioni di euro. Senza dimenticare gli incassi al botteghino, sia della fase a gironi, sia dellandata degli ottavi allOlimpico. Soldi benedetti.