LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – Il titolo si intende al maschile, il capitale d’Italia. Non è infatti un retorico ricordo alla centralità, sempre più presunta, di Roma, piuttosto un riferimento al patrimonio doc della squadra di Di Francesco. D’origine controllata, cresciuto e allevato sul suolo italiano, non che questo sia per forza un bene, visti gli incalzanti progressi esteri in materia calcistica, ma appare ormai evidente il cambio di tendenza. Un po’ per moda, un po’ perché i recenti risultati della Nazionale hanno sottolineato oltremodo la stagione ben poco fruttifera dei talenti italiani, per trovare manciate di calciatori autoctoni in Serie A bisognava spostarsi nelle province del campionato, dove la scelta spesso rispondeva più a necessità che motivazioni filosofiche.
Anche l’antonomastica Juventus aveva ridotto il proprio blocco italiano a Buffon, Chiellini, Bonucci e Barzagli, con gli altri o troppo gracili per sopportare settimanalmente il peso della maglia, tipo Rugani, o caduti in disgrazia, come Marchisio. Recentemente, invece, era stato il Milan a rifondarsi su basi italiane: da Donnarumma a Romagnoli, con Bonaventura, il fu Montolivo e l’emergente Cutrone più altri spari per la rosa. Ora, anche la Roma che dei 12 acquisti estivi, un terzo li ha pescati nelle acque italiane: Cristante, Mirante, Santon e Zaniolo. Fatta eccezione per il portiere messo a guardare le spalle di Olsen, tutti hanno trovato spazio in una formazione che prevedeva già Florenzi e De Rossi, con Lorenzo Pellegrini ed El Shaarawy in graduatoria per un posto a tempo indeterminato e Luca Pellegrini a far da stagista sulla sinistra.
Un Rinascimento italiano che ha portato a presentare ben 5 giocatori “azzurri” nella formazione titolare di Empoli: fascia di capitano a De Rossi, gradi di vice a Florenzi, la trequarti a Lorenzo Pellegrini e la corsia mancina tutta tricolore con Luca Pellegrini a sentire l’effetto che fa da titolare dietro ad El Shaarawy. 5 titolari italiani, per far capire la portata dell’evento, Allegri non li ha mai scelti in questo campionato, fermandosi a 3, al pari di Ancelotti, dove spesso Insigne è l’unico rappresentante del calcio nostrano. Addirittura l’Inter è riuscita a far meglio in una delle prime 8 giornate in cui ha iniziato con D’Ambrosio, Gagliardini, Politano e Candreva. A 5 è arrivato solo il Milan, che nelle gare contro Empoli e Napoli ha aggiunto al blocco fisso Donnarumma-Romagnoli-Calabria/Abate-Bonaventura, Fabio Borini. E anche alla Roma affidare quasi metà dell’undici titolare a calciatori italiani non è un’abitudine frequente: basti pensare che sono passati 1224 giorni dall’ultima volta, in pratica quasi 3 anni e mezzo.
Era il 31 maggio 2015, ultima giornata del secondo anno di Rudi Garcia con Florenzi, Astori, Balzaretti, all’ultima passerella, De Rossi e Totti a riempire di verde, bianco e rosso il serbatoio di una squadra che salutò i propri tifosi perdendo in casa col Palermo. Altre tre volte era successo in quella stagione: nel derby dell’11 gennaio 2015 dove al posto di Balzaretti c’era De Sanctis in porta, prima ancora in Sampdoria-Roma e Roma-Chievo di fine ottobre 2014. Nella scorsa stagione, al massimo, si era arrivati a 4, con Florenzi, De Rossi, Pellegrini ed El Shaarawy scelti simultaneamente in 4 partite. A questi, va sottratto Pellegrini per la stagione 2016/17 e, per metà di quella precedente, anche El Shaarawy, arrivato nel gennaio del 2017. Ora, invece, oltre ai 5 titolari di Empoli, ci sono Cristante e Zaniolo pronti ad alzare ulteriormente il capitale d’Italia della Roma. Sperando non sia solo un modo di dire che..."italians do it better".