LAROMA24.IT (Prof. Riccardo GALLO*) - Per capire perché ogni anno la Roma deve vendere giocatori, è bene distinguere un concetto economico-patrimoniale (vendere per coprire perdite) da uno invece finanziario (vendere per far soldi e con questi comprarne di nuovi). Infatti, fino all’entrata in funzione dello stadio di proprietà e delle attività connesse, la gestione economica della AS Roma resterà in perdita. L’azionista Pallotta è disposto a mettere anche molti mezzi propri (il capitale di rischio si trasforma in risorse finanziarie), ma non a farseli bruciare dalle perdite (economiche). Come dargli torto?
Prima dell’apertura del mercato in corso, secondo www.calcioefinanza.it, i costi di gestione erano pari a 220 milioni, così dettagliati: 185 di costi operativi (consumi e costo del lavoro), 31 di ammortamento calciatori, 4 di interessi su debiti. I ricavi complessivi erano pari a 180 milioni. La gestione ordinaria dunque chiudeva in perdita per (180 di ricavi meno 220 di costi) 40 milioni. C’era però l’utile straordinario derivante dai calciatori venduti dopo il 30 giugno 2014, pari a 20 milioni. Per raggiungere il pareggio di bilancio al 30 giugno prossimo, occorreva dunque realizzare un altrettanto utile straordinario (40 meno 20 = 20 milioni). Un utile straordinario si ha quando un calciatore viene venduto a un prezzo superiore all’importo speso quando fu acquistato, diminuito dell’ammortamento nel frattempo intervenuto. Dunque, non vale la pena vendere un calciatore che sul mercato non valga più dell’importo scritto in bilancio. E conviene venderne subito uno che valga molto di più. Perciò Pallotta si 'arrabbia' se Garcia non valorizza i calciatori-promesse comprati da Sabatini a poco prezzo. E se Sabatini vende Destro o Doumbia a meno dell’importo in bilancio, nasce una perdita straordinaria che va ad aggiungersi a quella ordinaria.
Che la Roma abbia dovuto vendere prima di comprare, come lamentato da Garcia, deriva non dalla necessità (finanziaria) di far soldi prima di comprare, come in molti abbiamo pensato sbagliando, bensì dal dover contabilizzare utili straordinari prima della chiusura del bilancio al 30 giugno 2015. La vendita di Gervinho, Bertolacci, Holebas dovrebbe portare utili straordinari pari appunto a una ventina di milioni. ora la Roma dovrà vincere di più, per avere più ricavi, così da aver meno bisogno di utili straordinari. Ma questi purtroppo serviranno sempre.
* Riccardo Gallo è professore di Economia Applicata presso l'Università La Sapienza di Roma. Ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.